Con la mostra Sintassi vegetale, per la curatela di Angela Stefani, le piccole installazioni create dall’artista torinese Vittoria Mazzonis e fermate nelle stampe fotografiche incontrano il celebre protagonista de “Il barone rampante” di Italo Calvino. La storia del romanzo è verosimile, ma fantastica: conduce Cosimo ad avere tutta un’altra prospettiva sulle cose, immerso nella natura ma distaccato da essa così come dalla vita che si svolge sotto di lui a cui però partecipa sempre e comunque. Sono questi alcuni punti di contatto che si possono individuare tra il romanzo e le creazioni ibride dell’artista: immagini derivate dall’osservazione del mondo della natura ma anche frutto della fantasia e della presenza umana. Le opere di Vittoria Mazzonis sono artefatti naturali dal carattere ambivalente e racchiudono molteplici narrazioni dell’identità che coincidono con i luoghi conosciuti e abitati dall’artista, sua stessa origine così come per il protagonista del racconto di Calvino il cui stare sugli alberi ne determina l’essenza.
“Vittoria Mazzonis muovendosi nel dedalo di interstizi rintracciabili tra antropologia, ecologia e filosofia, crea piccole installazioni, fotografie e libri d’artista. Tali creazioni non sono solo frutto del percorso di studi che l’artista ha compiuto muovendosi tra Torino, sua città natale, Milano e Venezia, ma sono tracce tangibili di quegli stessi luoghi. La ricerca di Vittoria Mazzonis principia infatti dall’identificazione tra gli elementi naturali, tratti da territori e città, e il proprio sé identitario per cui “esterno ed interno” non sono più distinguibili. Le immagini ibride così create sono lessico visivo, risultato di una ricerca di equilibrio tra significati e forme comunemente riconosciute e l’espressione personale della propria identità. Come un attento osservatore (De Rerum è l’elemento ricorrente nelle titolazioni delle opere qui raccolte) l’artista giunge a comporre una sintassi fragile e molteplice che unisce elementi della natura e tracce degli artefatti umani collezionati come in una wunderkammer di forme interiori.”
Angela Stefani | art curator
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